Un gruppo industriale italiano ha messo a punto un innovativo sistema di accumulo energetico basato sulla sabbia.
La crisi del gas che abbiamo iniziato a vivere dall’anno scorso, e il conseguente ed abnorme aumento delle utenze di luce e gas, ha invogliato tantissime aziende del vecchio continente a investire ancora di più nelle energie rinnovabili.
Anche perché l’intero sistema industriale europeo per continuare ad andare necessita di grandi quantitativi di energia, ma ai prezzi attuali, per molte imprese sta diventando impossibile mantenere i propri livelli di produzione.
Ed è notizia di queste settimane, che un’importante azienda italiana, è riuscita a realizzare un sistema di accumulo energia molto innovativo. Il Gruppo Magaldi ha infatti messo a punto un nuovo sistema di accumulo di energia rinnovabile, il cui nome non può che intrigare: batterie di sabbia.
Questo è il nome scelto per presentare la loro innovativa tecnologia, che permette di catturare e trasformare l’energia che arriva dal fotovoltaico, per sua natura sempre molto instabile, in una fonte termica che può essere utilizzata dalle industrie. Si chiamano batterie di sabbia per via del fatto che il componente principale utilizzato per la loro realizzazione, è il silicio di sabbia.
Si tratta di una tipologia di sabbia molto particolare che esiste sul pianeta, che si forma mediante l’erosione che avviene ai letti dei fiumi. I benefici che questa sabbia, opportunamente lavorata, può dare all’industria, sono conosciuti da tempo, e infatti il silicio di sabbia viene già utilizzato in campo edilizio.
Nel sistema di accumulo messo appunto dal Gruppo Magaldi, la sabbia viene riscaldata fino a raggiungere una temperatura superiore ai 600 gradi. A quel punto, l’energia termica che è stata incamerata in questo modo, viene trasformata in vapore che servirà ad azionare le turbine elettriche, o anche per alimentare in modo diretto l’impianto industriale.
La tecnologia brevettata da Magaldi, è in grado inoltre di poter garantire, nell’arco di una giornata, delle perdite termiche inferiori al 2 per cento, e questo è un aspetto importantissimo, che evita così la dispersione ulteriore di energia. Il ritorno energetico, assicura l’azienda, è sempre superiore al novanta per cento.
Questa tecnologia annunciata di recente dal gruppo italiano, è parecchio interessante, in quanto rappresenta una soluzione per tentare di sostituire senza che trascorrano decenni, le fonti energetiche essenziali all’industria. Questo in fondo, è stato fino ad adesso lo scoglio principale per una vera decarbonizzazione dell’industria europea.
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