Crolla il Rublo, Russia in crisi dopo il colpo di stato fallito?
In questi giorni il valore del rublo è crollato in borsa toccando il minimo da quindici mesi a questa parte.
Il rublo negli ultimi giorni ha visto il suo valore crollare in questi giorni, come non accadeva da quindici mesi, ovvero dai mesi in cui la nazione si apprestava ad invadere l’Ucraina. In questo caso, ha probabilmente pesato il colpo di stato fallito ad opera della divisione Wagner, che forse ha innescato i timori degli investitori, convinti che la leadership di Putin sia in discussione.
Il valore toccato dalla moneta russa in questi giorni è un segnale che non va sottovalutato, anche se se non bisogna nemmeno eccedere in senso opposto: è troppo presto per parlare di una crisi economica-finanziaria in Russia, e quanto sta avvenendo in questi giorni in borsa, può essere una semplice ripercussione fisiologica di quanto accaduto con la Wagner nelle settimane scorse, che verrà ben presto riassorbita dal mercato.
Sicuramente, il colpo di stato fallito ha pesato su Mosca, con Putin che in diretta nazionale ha dovuto ammettere di essersi fidato fin troppo di quella che a conti fatti era una divisione di mercenari.
Il valore del rublo ha toccato in questi giorno il suo minimo dopo quindici mesi, ma non bisogna dimenticare che una situazione simile, per quanto in quel caso il “tonfo” fosse stato inferiore in termini percentuali, è già accaduta, sia all’inizio della guerra che a fine dicembre.
Perchè è troppo presto per parlare di crisi dell’economia russa
Quando Putin decise di invadere l’Ucraina, il valore del rublo crollo in modo repentino, al punto che il segretario Usa Blinken affermò che la Russia non sarebbe riuscita a reggere per molto tempo.
Questo non si è mai verificato, e anzi, dopo la caduta di fine 2022, il rublo ha ripreso valore trascinando l’intera economia russa in una fase più positiva. Lo stesso Fondo Monetario Internazionale, di recente ha stimato che l’economia di Mosca non andrà affatto in contrazione con la chiusura dell’anno, ma dovrebbe invece registrare una crescita molto vicina al punto percentuale.
Putin non può aumentare i flussi gas verso la Cina se non costruisce nuove infrastrutture
In realtà, al momento il vero problema di Putin sembra quello di ricollocare le scorte di gas che ha deciso di non vendere più all’Occidente. I discorsi con la Cina, che ha già raddoppiato gli acquisti di gas da Mosca, sono molto ben avviati, ma il vero problema restano le infrastrutture.
Mosca fino ad adesso aveva costruito quasi esclusivamente gasdotti verso il vecchio continente. E questo significa che è impossibile aumentare i flussi verso l’Oriente finché non si procederà alla costruzione di nuove infrastrutture. Un problema non da poco, perché il mancato incasso sul gas, pesa non poco sull’economia russa.