In questi giorni il governo discute di una possibile riforma delle pensioni e l’introduzione di un unico strumento di anticipo pensionistico.
Il governo Meloni ha avviato un tavolo interno di discussione allo scopo di varare delle nuove misure di anticipo pensionistico per incentivare l’esodo al lavoro.
La legge di bilancio firmata lo scorso anno dall’esecutivo di centrodestra, si è infatti limitata a prorogare alcuni scivoli pensionistici ( Quota 1043 e Opzione Donna), evitando però di inserire delle vere e proprie novità in tema previdenziale, riservandosi di discuterne in un secondo momento. La nuova legge di bilancio è adesso sempre più vicina, e dunque sono iniziate le discussioni per varare dei nuovi strumenti di anticipo pensionistico.
E una delle idee di cui si discute in questi giorni tra le file del governo, è quella di inserire un nuovo strumento, che possa racchiudere la maggior parte delle soluzioni di anticipo pensionistico varate fino ad adesso.
Non è chiaro però al momento, che tipologia di misura ha in mente il governo di Giorgia Meloni. Un’altra volontà sembra essere quella di alzare ulteriormente la cifra mensile prevista dalle pensioni minime, ma in questo caso l’esecutivo dovrà prima capire dove trovare le risorse finanziarie necessarie a supportare questa operazione.
Una soluzione forse più facile e meno costosa, potrebbe essere invece quella di modificare e migliorare gli strumenti di uscita dalla pensione già esistenti, come Quota 103 e Ape Social, così come un rafforzamento della previdenza complementare.
I sindacati al momento, non sembrano essere soddisfatti dell’operato del governo. Cgil e Uil si sono ad esempio dichiarate deluse in quanto nessuna loro richiesta di modifica delle legge Fornero, ma anche di Opzione Donna e ape social sono state accolte.
E in molti adesso hanno il timore, che la ritrosia dell’esecutivo sul tema, sia detta dal fatto che forse vi è già consapevolezza che queste misure il prossimo anno non potranno essere rinnovate.
Ma senza misure di anticipo pensionistico alternative, nel nostro paese rischia di scoppiare un malcontento molto forte tra chi ha un’età prossima alla pensione, e si è già visto danneggiare fin troppo dalle conseguenze della riforma Fornero nel 2011. senza contare coloro che sono rimasti fuori da Quota 103 e Opzione Donna, a causa delle modifiche dello scorso anno, che hanno ristretto i criteri di accesso alla misura, tagliando fuori una platea molto importante di persone.
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