Un team di ricerca internazionale è riuscito a registrare quella che in molti adesso definiscono come “la voce dell’universo”. Vediamo insieme di cosa si tratta.
C’è un importante risultato conseguito in campo astronomico, che ha fatto entusiasmare l’intera comunità scientifica. Siamo infatti riusciti, per la prima volta nella nostra storia, a registrare la voce dell’universo.
Un team di ricerca internazionale ha infatti dichiarato di essere riuscito a dimostrare l’esistenza di una teoria di cui si discuteva ormai da molto tempo in campo astronomico. Per tanto infatti, gli scienziati hanno ipotizzato che le onde gravitazionali fossero in grado di generare un rumore molto flebile, quasi di sottofondo, ascoltabile in tutto l’universo.
Un’ipotesi in realtà ormai molto vecchia, al punto che già Einstein aveva teorizzato che, a causa del movimento di oggetti di grandi massa nell’universo che distorcono il sottile tessuto dell’universo, vengono generate delle onde che si propagano in tutto l’universo.
E secondo Einstein queste onde dovevano necessariamente generare un suono di sottofondo, udibile in tutto l’universo. ma tutto questo, era rimasto nel campo della mera speculazione astronomica fino al 2015. Questo infatti è stato l’anno in cui per la prima volta degli scienziati sono riusciti a rilevare le onde gravitazionali, confermando l’esistenza di quel rumore sottofondo di cui parlava il geniale fisico tedesco.
In quel caso, il team di ricerca si era limitato a cercare e rilevare soltanto delle onde ad alte frequenze. Adesso invece è diverso, perché questa volta, gli scienziati sono invece riusciti a registrare delle onde a bassa frequenza udibili in modo definito anche per noi esseri umani.
Ed è per questo che a differenza del 2015, stavolta siamo stati in grado di ascoltare la voce dell’universo. Era da circa quindici anni che questo team di ricerca astronomica internazionale lavorava per raggiungere questo obiettivo, grazie alla lunga raccolta di dati del sistema NANOGrav, presente con i suoi telescopi in quasi tutto il Nord America.
In particolare, gli scienziati si sono concentrati negli ultimi anni nel rilevare le stelle morte, in grado di emettere lampi di onde radio, calcolando il momento in cui arrivavano vicine al nostro pianeta e diventavano dunque udibili.
Non è stato semplice registrarli, in quanto le onde gravitazionali, oltre a deformare lo spazio tempo, modificano costantemente anche la distanza che separa queste stelle morte dalla terra, e dunque vi è bisogno di calcoli matematici molto accurati per capire esattamente quando queste onde si avvicinano al nostro pianeta. È interessante che questa voce dell’universo, questo rumore di fondo, si sia rivelato molto più definito e intenso di quanto si sospettava.
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