In alcuni casi, è possibile per i contribuenti continuare a lavorare mentre si percepisce l’assegno di pensione anticipata. Vediamo in quali casi.
Lo stato italiano riconosce a tutti i lavoratori, che hanno maturato una certa età e un numero minimo di contributi, la possibilità di usufruire della pensione di vecchiaia, un assegno mensile che viene erogato come trattamento previdenziale.
Eppure, anche se in molti non lo sanno, a determinate condizioni, è possibile continuare a lavorare anche dopo aver raggiunto la pensione, e continuando nel contempo a mantenere l’assegno. Di norma, percepire la pensione comporta l’esclusione, nella dichiarazione dei redditi, di qualunque reddito deriva dal lavoro, altrimenti il beneficio decade.
E questo vale ad esempio per gli ultimi due scivoli pensionistici confermati dal governo nella scorsa legge di bilancio, l’ape social e Quota 103, a cui si può accedere soltanto nel momento in cui l’attività lavorativa è cessata del tutto. Esistono però delle eccezioni previste dalla legge italiana, in cui risulta possibile per un contribuente continuare a lavorare, mantenendo intatto il suo trattamento economico previdenziale.
Il discorso però cambia, nel caso in cui un lavoratore raggiunga i requisiti per accedere alla pensione anticipata di vecchiaia in forma piena. In questo caso ad esempio, al cittadino viene concesso di poter continuare a dichiarare un reddito da lavoro, senza che debbano rispettare vincoli in proposito. Inoltre, al contribuente resta aperta anche la possibilità di poter continuare a versare dei contributi nella Gestione Separata dell’Inps.
Un vantaggio non da poco, che permette a colui che ha già raggiunto tramite i requisiti ordinari la pensione anticipata, di poter continuare a lavorare e dunque incrementare la cifra finale dell’assegno, al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
La normativa di riferimento è contenuta all’interno della legge 155 del 1981, in cui è stato introdotto un supplemento alla pensione. Ed è proprio grazie a questo strumento, che ai lavoratori a partire da quel momento è stata concessa la possibilità di poter continuare a lavorare anche se percepiscono già l’assegno di pensione anticipata.
La norma però, stabilisce anche che per poter utilizzare tutti i contributi lavorativi che vengono maturati dopo la pensione, devono essere passati almeno cinque anni dalla decorrenza di quest’ultima.
Al momento i requisiti per poter invece accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria sono aver compiuto almeno 67 anni di età, e maturato un numero minimo di contributi pari a 20 anni, che diventano 15 per chi sta beneficiando della deroga Amato. Inoltre, il requisito minimo contributivo dei vent’anni può essere raggiunto anche mediante il regime di cumulo ex.
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