Con le nuove modifiche introdotte, alcuni cittadini potrebbero dover restituire il bonus Irpef. Vediamo cosa sta succedendo.
Il Bonus Irpef, che in molti conoscono ancora come il bonus Renzi, è stato modificato dall’ultima legge di bilancio. E i nuovi cambiamenti introdotti dal governo, potrebbero adesso generare come diretta conseguenza la restituzione dei soldi per alcuni cittadini.
Non è infatti da escludere che nella prossima dichiarazione dei redditi, il fisco italiano possa richiedere ad alcuni lavoratori di riavere indietro la quota inserita in busta paga come Bonus Irpef. Hanno diritto a percepire questo bonus, tutti i lavoratori dipendenti che hanno dichiarato un reddito pari o inferiore a 28 mila euro.
In questo caso, la fascia di reddito viene divisa ulteriormente per quanto riguarda l’entità del contributo economico. per tutti coloro che hanno dichiarato un reddito pari o inferiore ai quindicimila euro, il trattamento economico sarà erogato per intero.
Mentre invece, chi ha dichiarato un reddito da lavoro dipendente compreso tra i 15mila e i 28 mila euro, avrà diritto al beneficio, ma in misura minore. O quantomeno, questo era ciò che era stato previsto inizialmente dalla misura. Adesso invece i cittadini che appartengono alla seconda fascia, e che dunque hanno un reddito dichiarato compresi tra 15 e 28 mila euro, potrebbero dover restituire il bonus,
Sarà la stessa Agenzia delle Entrate in questo caso, a indicare al contribuente la cifra da restituire nel modulo 730 precompilato, che può essere consultato da tutti i cittadini accedendo al proprio cassetto fiscale, in cui sarà disponibile anche il Modello F24 per il saldo.
Anche i pensionati hanno diritto a ricevere il rimborso Irpef, a patto però che non stia già ricevendo altri sussidi di carattere assistenziale. Il contribuente poi, può scegliere tra due modalità diverse entro cui vedersi accreditato il contributo Irpef, che nella sua misura piena, corrisponde a un contributo economico di 1.200 euro all’anno.
Può infatti scegliere di vedersi erogato il bonus ogni mese in busta paga: e questo significa avere a disposizione una cifra aggiuntiva di cento euro al mese. Questa soluzione, per quanto possa sembrare la più conveniente, in realtà non lo è affatto, proprio alla luce delle ultime modifiche introdotte.
In questo caso infatti, se il fisco in un secondo momento si rende conto di un errore sulla seconda fascia, chiederà al cittadino di restituire la somma che ha percepito come bonus. Molto più difficile che questo accada invece con l’altra opzione d’accredito a disposizione del contribuente, che prevede invece di ricevere il bonus in un unico conguaglio a fine anno.
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