Nella compilazione del modello 730, c’è un errore molto comune fatto dai cittadini, che però rischia di far slittare di mesi il rimborso.
Lo stato italiano consente ad alcune categorie di cittadini di poter presentare ogni anno la propria dichiarazione dei redditi, utilizzando il modello 730 senza sostituto d’imposta.
Nel momento in cui la dichiarazione avviene mediante questo modello, i rimborsi Irpef, a differenza di altre dichiarazioni dei redditi, verranno erogati direttamente dall’ente erariale, anche se i tempi di attesa risultano generalmente più lunghi rispetto a chi invia il modello 730 con sostituto d’imposta. Il modello 730 senza sostituto d’imposta può essere presentato da tutti i cittadini che nel corso del loro anno lavorativo hanno maturato redditi da lavoro dipendente.
Ma non solo, perché si tratta di una dichiarazione che può essere compilata anche da chi è disoccupato così come dai lavoratori domestici (colf, badanti ecc ..). Lo stato consente la possibilità di compilare questo modello autonomamente presentandolo poi all’Agenzia delle Entrate, ma anche di servirsi dell’intermediazione di un Caf o di un professionista regolarmente abilitato.
Nel momento in cui si redige questo documento, il cittadino dovrà in primo luogo sbarrare la casella A alla voce “730 senza sostituto”. Subito, alla casella denominata “Dati del sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio”, andando a barrare la voce “Modello 730 dipendenti senza sostituto”.
Ma dopo aver compilato il documento in modo corretto, quanto tempo si dovrà attendere per i pagamenti? In genere, chi invia la dichiarazione 730 con sostituto d’imposta, vede di norma arrivare i primi rimborsi Irpef sul conto nel mese di Luglio. Nel caso invece del modello 730 senza sostituto d’imposta, bisogna invece attendere un po ‘di più. Solitamente infatti, questi iniziano intorno al mese di Novembre.
C’è poi un particolare molto importante, che potrebbe fare la differenza nel vedersi accreditato il rimborso in tempi più brevi. Si tratta di una dimenticanza molto comune tra i contribuenti al momento dell’invio della dichiarazione, e che spesso allunga i tempi per l’accredito.
Quando si invia il modello all’Agenzia delle Entrate, è infatti importante inserire direttamente sul sito l’Iban di riferimento. Se invece non inserisce le coordinate bancarie, a quel punto l’ente erariale opta per un metodo di accredito diverso. Se la cifra è sotto i mille euro, al contribuente verrà chiesto di ritirare la somma dovuta nell’ufficio postale più vicino.
Nel caso in cui invece l’importo dovuto risulti superiore alla cifra di mille euro, a quel punto l’AdE, si occuperà di erogare il rimborso mediante una vaglia emessa da Bankitalia. Se invece è il contribuente ad aver maturato un addebito e non un rimborso, questi dovrà necessariamente pagare quanto dovuto al fisco utilizzando il modello F24.
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