Ci sono alcuni casi, in cui l’assegno di invalidità può essere revocato dall’Inps. Vediamo insieme quando può accadere.
In quali casi l’assegno ordinario di invalidità può essere sospeso? Tanti cittadini italiani sono convinti che una volta che viene concessa, questa agevolazione durerà tutta la vita. Ma in realtà non è così, e sono tanti i casi in cui lo stato italiano può sospendere o annullare il beneficio.
La prima cosa da sapere è che questa misura può cessare nel momento in cui il percettore compie i 67 anni di età. La legge prevede infatti che nel momento in cui si raggiunge il requisito anagrafico per la pensione, l’assegno di invalidità debba a quel punto confluire nella pensione di vecchiaia.
E questo vale anche per l’assegno destinato a coloro a cui è stata certificata l’invalidità totale, o la sordità. C’è però un’eccezione, stabilita di recente dalla sentenza numero 3011 del 2023 promulgata dalla Corte di Cassazione. Il tribunale infatti, a seguito del pronunciamento su un caso specifico, ha chiarito come l’assegno destinato a chi soffre di cecità parziale o assoluta, debba continuare ad essere erogato anche oltre i 67 anni di età.
Un altro caso in cui l’agevolazione può venire meno, è quello in cui il percettore accetta un’offerta lavorativa.
La legge, come è stato confermato oltretutto da alcune sentenze della Cassazione nel 2021, prevede come requisito fondamentale per l’assegno di invalidità, la non occupabilità del percettore, che non deve dunque svolgere alcun tipo di attività lavorativa mentre percepisce il beneficio.
Nel momento in cui questo requisito viene a mancare, sarà compito dell’Inps sospendere l’erogazione dell’assegno. La misura può essere annullata anche al seguito del variare dei requisiti fisici. Ad esempio, la legge concede particolari benefici a coloro ai quali viene riconosciuta un’invalidità pari o superiore al 74 per cento. ma si riserva anche di poter chiamare il contribuente ad effettuare nuovi controlli fisici, in quanto se la sua condizione è migliorata nel tempo, e si scende ad esempio sotto al 74 per cento di invalidità, il beneficio decade.
Un altro motivo che può portare alla sospensione dell’assegno, è quello relativo alla visita di revisione della patologia a cui si accennava sopra. Non presentarsi, nel momento in cui si riceve una convocazione dallo stato italiano, può portare l’Inps a sospendere immediatamente l’agevolazione.
A quel punto, il cittadino avrà fino a novanta giorni per giustificare il motivo della sua assenza alla visita medica, e fissare un nuovo incontro con la commissione Asl del territorio. Naturalmente, prima di autorizzare una nuova visita, l’Inps è chiamata a valutare la legittimità della giustificazione che ha portato all’assenza durante il controllo. Laddove l’Istituto la valutasse non sufficiente, l’assegno a quel punto decade e il cittadino non sarà chiamato per una nuova visita.
Fiorella Pierobon, una volta più popolare di Lorella Cuccarini, è oggi al centro di una…
Nel mondo dello spettacolo, le sorprese sono all'ordine del giorno. Ma la notizia che ha…
L'acclamata cantante d'opera italiana Katia Ricciarelli, dopo una carriera di successo, si è ritirata dalle…
Il cantautore Memo Remigi, famoso per le sue canzoni degli anni '60, ha avuto una…
La comunità artistica italiana è in lutto per la perdita di una delle sue figure…
La celebre conduttrice televisiva italiana Mara Venier è stata colpita da un profondo dolore: la…