L’Europa potrebbe vedere nuovamente i prezzi del gas salire in poco tempo. Vediamo insieme cosa sta succedendo.
Dopo alcuni mesi in cui la situazione sembrava finalmente normalizzata, in Europa è scoppiata in questi giorni un nuovo allarme sul gas.
L’indiscrezione arriva dal quotidiano americano Financial Times, che sostiene come la Russia sia ormai prossima a chiudere le forniture di gas all’Ucraina, come confermato di recente dal Ministero degli Esteri della nazione.
Una mossa che avrebbe un effetto domino su tutta l’Unione Europea, in un momento in cui gli stati membri non sono ancora riusciti a diventare totalmente indipendenti da Mosca per quanto riguarda le forniture energetiche. Ed è per questo che il vecchio continente guarda adesso con apprensione a questa possibilità, che finirebbe per influenzare l’intero mercato del gas europeo.
Il Ministro degli Esteri Ucraino, German Galushchenko, ha comunque lasciato aperta la possibilità di poter fare un nuovo accordo sul gas con Putin, rinnovando l’intesa che era stata siglata nel 2019, prima dello scoppio del conflitto. Ma si tratta di una possibilità molto remota, come affermato poco dopo dallo stesso Galushchenko.
Per l’Ue non sarà semplice, in primo luogo per il fatto che la chiusura dei flussi di gas che passano dall’Ucraina, lascerebbe il TurkStream come unico gasdotto in cui far passare le forniture per il vecchio continente.
Una situazione che farebbe di nuovo schizzare verso l’alto i prezzi del gas. Alcuni esperti sostengono che i recenti accordi fatti da alcuni paesi europei con il Qatar e gli Stati Uniti, e che porteranno ad ottenere delle importanti forniture di Gpl da entrambe le nazioni, riusciranno a calmierare la situazione.
Ma questo accadrà soltanto nel 2025, e nessuno può garantire che l’anno prossimo, il prezzo del gas non subirà dei nuovi scossoni. Basti solo pensare che il 2022 è stato l’anno in cui il prezzo del gas è salito di dieci volte rispetto agli anni precedenti. Ed logico comprendere come dei nuovi aumenti, potrebbero mettere in ginocchio tantissime persone in tutta Europa, già stremate economicamente da questi incrementi.
Sul tema si è espresso anche Laurent Ruseckas, che svolge il ruolo di analista presso la SandP Commodity Insights: “È difficile vedere come si rinnova un contratto che nessuna delle due parti crede che l’altra abbia onorato, figuriamoci nel bel mezzo di una guerra tra le due parti. Ma in teoria il gas dovrebbe continuare a fluire se gli acquirenti europei lo vogliono ancora e la Russia è disposta a inviarlo”.
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