Lo stato mette a disposizione di chi perde il lavoro pochi anni prima della pensione, un’indennità economica di 1.500 euro al mese. Vediamo insieme come funziona.
Tutti i cittadini che si ritrovano d’improvviso a non avere più un lavoro, a pochi anni dall’ottenimento della pensione di vecchiaia, hanno la possibilità di accedere a un’agevolazione, della durata massima di quattro anni, per un assegno mensile del valore massimo di 1.500 euro al mese.
Naturalmente, questa misura scatta soltanto nel momento in cui il richiedente soddisfa tutti i requisiti reddituali e non richiesti, e non viene concessa indiscriminatamente a chiunque perde il lavoro a pochi anni dalla pensione.
Al momento, per poter raggiungere la pensione di vecchiaia occorre avere almeno 67 anni di età. Esiste però, come si accennava in precedenza, uno strumento nato per aiutare chi si ritrova disoccupato a pochi anni dalla pensione.
Questa indennità si chiama Ape social ed è stata introdotta per la prima volta con la Legge di Bilancio varata nel 2017. L’ape social è uno strumento integrativo che consente di ottenere un assegno mensile utile al raggiungimento della pensione, per chi è rimasto disoccupato in età avanzata.
Il primo requisito richiesto per accedervi, è quello di aver compiuto almeno 63 anni di età, e non risultare titolari di pensioni all’estero, o di assegni previdenziali in Italia.
Può essere considerato un vero e proprio scivolo pensionistico nato per accompagnare senza traumi economici, chi si ritrova disoccupato dopo i 63 anni di età, e avrà dunque maggiori difficoltà a trovare una nuova collocazione professionale. L’Ape Social al momento è stata rinnovata dal governo Meloni fino al 31 Dicembre 2023, ma non è escluso che venga prorogata nuovamente anche per il 2024.
Questa indennità mensile viene però riservata soltanto ai lavoratori che al momento del licenziamento, o della fine attività lavorativa, hanno compiuto 63 anni di età ma sono stati anche al contempo iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, o ad altre forme previdenziali sostitutive dell’Inps. Non può dunque essere concessa invece a chi non ha maturato contributi in una gestione previdenziale.
L’agevolazione può anche essere riconosciuta a un caregiver, ovvero ad un lavoratore che ha in carico una persona affetta da disabilità fisica o psichica di cui deve prendersi cura. L’Ape Sicula può essere concessa non solo in caso di licenziamento, ma anche laddove il lavoratore abbia maturato una riduzione della sua capacità lavorativa molto consistente.
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