In Cina la situazione economica continua a restare molto critica, ed è per questo che il governo di Pechino ha deciso di intervenire in modo forte.
Cosa sta succedendo alla Cina? Dopo decenni in cui l’economia nazionale cresceva a ritmi vertiginosi, qualcosa adesso si è inceppato.
Dalla crisi immobiliare iniziata con Evergrande in poi, la nazione ha visto le sue certezze economiche crollare d’improvviso, e mai come quest’anno la domanda dall’estero è diminuita, facendo registrare una consistente flessione delle esportazioni.
Molti esperti sostengono come sia stato il Covid a danneggiare in modo quasi irrimediabile l’economia cinese, e che dal quel momento in poi, il governo di Pechino non è più riuscito a prendere in mano la situazione e invertire la rotta. Molti sostengono ad esempio che il clima di sfiducia che si respira tra i piccola imprenditori della nazione, sia proprio dovute ai tre anni di infinite quarantene, controlli e chiusure a cui la popolazione è stata sottoposta.
Resta comunque il fatto che Pechino fatica a riprendersi, come hanno confermato gli ultimi dati usciti a Giugno e commentati anche dall’ufficio nazionale di statistica cinese, che ha dichiarato come la produzione industriale continua ad andare a rilento, e non si vedono all’orizzonte segnali di una vera ripresa economica.
Si tratta oltretutto di una crisi che sembra avere poco in comune con quella occidentale. Se il vecchio continente e l’America al momento stanno facendo i conti con un’inflazione sempre più alata, che sta erodendo il potere d’acquisto dei consumatori, in Cina sta accadendo il contrario.
È la deflazione il vero problema, il vero spauracchio da allontanare, E questo è il motivo per cui la banca centrale cinese, in controtendenza rispetto a quella occidentale, ha deciso di abbassare i tassi di interesse invece di alzarli. Secondo un’indiscrezione riportata dal Wall Street Journal, il governo di Pechino, molto preoccupata dalla situazione, sta riflettendo sulla possibilità di emettere buoni del tesoro per un valore complessivo di circa 140 miliardi di dollari.
Lo scopo sarebbe poi quello di utilizzare questi fondi per sostenere la ripresa del settore immobiliare, finanziando così la costruzione di nuove infrastrutture. Oltre a questo, il governo di Pechino deve anche fare i conti con un clima di forte sfiducia da parte degli studenti che si stanno affacciando in questi tre anni al mercato del lavoro.
Iconica è diventata nei mesi scorsi l’immagine di alcuni neo laureati in Cina, che subito dopo la proclamazione davano fuoco alle loro lauree per protestare contro una disoccupazione sempre più alta. I più giovani dunque sono coloro che stanno scontando maggiormente questa crisi.
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