Ormai da qualche mese, si discute di un report che dimostra quanto il settore bancario e quello finanziario non vogliano rinunciare al settore dei combustibili fossili
Cinquemila miliardi. Una cifra mostruosa, persino difficile da immaginare nella nostra mente. Eppure, secondo un recente report, elaborata da Banking on Climate Chaos, questa è la cifra stanziata da oltre sessanta banche d’affari in tutto il mondo per continuare a mantenere attivo il settore dei combustibili fossili.
Ma l’aspetto interessante è che non stiamo parlando di investimenti su base decennale. I 5.500 miliardi in questione infatti, sono stati immessi dal settore bancario in poco più di cinque anni, ovvero nel periodo temporale che va dal 2016 al 2022. Per capire quanto sia grande la somma di cui stiamo parlando, basti solo pensare che rappresenta circa il doppio del pil italiano.
Non è un caso che il report abbia iniziato le sue rilevazioni nel 2016, in quanto è stato quello l’anno in cui i governi di tutto il mondo, con la stipula dell’ormai famoso Accordo di Parigi, hanno iniziato a muovere dei primi e timidi passi verso una direzione più sostenibile dal punto di vista ambientale. Eppure, come dimostrano alcuni numeri forniti da questo report, non si può certo dire che vi siano stati grandi miglioramenti a partire da quel momento.
O quantomeno, l’intero settore bancario e finanziario ha dimostrato di non essere disposto a rinunciare di colpo a tutti i proventi che arrivano dal settore dei combustibili fossili.
Quel cambiamento repentino auspicato dai leader di tutto il mondo, all’indomani degli accordi di Parigi, sembra ormai relegato a restare mera utopia. Un’altra stima molto interessante all’interno di questo documento, riguarda l’entità dei fondi che è stata versata per il comparto lo scorso anno nel 2022.
Le banche prese in considerazione BCC, hanno immesso nel comparto oltre 600 miliardi di dollari. Ma quali sono gli istituti di credito che hanno investito di più?
Al comando di questa classifica, troviamo sul podio tre grandi banche americane: la Jp Morgan, Citigroup e Wells Fargo. Per trovare invece una grande banca europea, dobbiamo arrivare fino all’undicesimo posto in classifica, occupato dalla banca BNL Paribas, la più attiva nel vecchio continente nel finanziare il comparto dei combustibili fossili.
A preoccupare i ricercatori poi, che non esitano a scriverlo nel report, c’è un ulteriore dato: su sessanta banche analizzate nel documento, cinquantanove di queste non risultano in alcun modo attive nel rispetto degli accordi di Parigi del 2016. Esiste una sola eccezione, ovvero la banca pubblica francese La Banque Postale, l’unica che nell’anno 2022 ha scelto di non finanziare nessun tipo di attività nel settore dei combustibili fossili.
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