In alcuni casi si può subire una decurtazione dell’assegno ordinario di invalidità. Vediamo insieme quando.
L’assegno ordinario di invalidità non è una misura che viene concessa in modo indiscriminato nel momento in cui una persona si vede riconosciuta lo stato di invalidità dallo stato italiano.
Si tratta infatti di un assegno il cui diritto scatta soltanto se si rientra all’interno di alcuni parametri reddituali e non solo. Bisogna ad esempio dimostrare di avere una capacità lavorativa ridotta, per cause fisiche, di almeno un terzo e aver maturato un’anzianità contributiva di almeno cinque anni.
Oltretutto i tre anni di contributi devono essere stati maturati dal richiedente nell’ultimo quinquennio precedente la richiesta. Nel momento in cui viene approvata, l’agevolazione avrà una durata complessiva di tre anni, al termine dei quali, il contribuente dovrà presentare una nuova richiesta per continuare a percepire il beneficio.
Nel momento in cui lo stato concede al cittadino tre rinnovi consecutivi, la misura diventerà permanente. Se la persona a cui è stato concesso e approvato questo sostegno economico decide di continuare a lavorare, non sono previste riduzioni o decurtazioni sulla cifra complessiva dell’assegno.
Nel momento però, in cui il reddito cumulato dal lavoratore raggiunge una certa soglia, pari a quattro volte il trattamento minimo stabilito dall’Inps sulle pensioni minime, l’importo dell’assegno andrà a ridursi.
Questo significa dunque che la misura può essere tranquillamente cumulata con un reddito di lavoro, a patto però che si rimanga entro una certa soglia di reddito. Nel momento in cui il reddito complessivo del percettore supera la soglia stabilita, l’assegno subirà una diminuzione pari al 25 per cento dell’importo previsto. Questa soglia minima, essendo vincolata al trattamento minimo delle pensioni, può subire delle variazioni ogni anno a causa della rivalutazione delle pensioni.
Nel momento in cui il beneficiario compie 67 anni di età, e ha tutti i requisiti per poter accedere alle prestazioni pensionistiche, l’assegno ordinario di invalidità si trasforma a quel punto nella pensione di vecchiaia. per poter ottenere questa agevolazione economica, il cittadino deve presentare esplicita richiesta all’Inps, allegando alla domanda, il modello SS3 che deve essere redatto e compilato dal suo medico curante, e che certifichi che il soggetto in cura, ha visto ridotta di almeno un terzo la sua capacità lavorativa.
Se la richiesta viene accettata, la prestazione scatterà nel mese successivo a quello in cui la domanda è stata presentata. L’importo dell’assegno mensile viene calcolato in base ai contributi versato dal cittadini negli anni nelle casse dell’ente previdenziale.
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