Andare in pensione a 62 anni è possibile per alcune categorie di lavoratori, ma ci sono alcuni requisiti da rispettare.
Una delle poche novità introdotte dal governo Meloni nella scorsa legge di Bilancio, è stata Quota 103, una misura di anticipo pensionistico che consente agli aventi diritto, di poter andare in pensione a 62 anni di età.
E dunque cinque anni prima dell’attuale requisito ordinario di 67 anni di età. Ormai da anni si discute però dei reali vantaggi di tutti questi scivoli pensionistici. Il motivo è semplice: se da un lato lo stato concede effettivamente la possibilità di andare in pensione prima di aver maturato i requisiti ordinari, dall’altro tutto questo avviene con una decurtazione della cifra mensile che si riceverà dalla prestazione pensionistica anticipata.
Al momento comunque, la legge prevede, che per poter ottenere l’assegno per intero, bisogna andare in pensione dopo i 67 anni di età, avendo maturato almeno venti di contributi.
E la questione in tal senso, diventa molto delicata per coloro che hanno iniziato a lavorare con il sistema contributivo puro, e dunque a partire dalla data del 1 Gennaio 1996. Questa categoria infatti può andare in pensione ha bisogno di aver maturato contributi tali da poter arrivare almeno alla cifra mensile di 754 euro nel 2023.
Per questi lavoratori dunque, il requisito anagrafico è il problema minore. E questo è il motivo per cui il governo ha deciso di varare Quota 103: dare una possibilità a chi ha almeno versato 41 anni di contributi di poter andare in pensione a partire dai 62 anni di età.
Al momento però, Quota 103 vale soltanto per il 2023, e non vi sono certezze sul fatto che possa essere confermata anche per il prossimo anno.
Va però precisato che gli ultimi sondaggi condotti in merito da enti ufficiali, testimoniano come, proprio a causa dell’importo esiguo dell’assegno che spetterebbe utilizzando uno scivolo pensionistico, sono tanti i lavoratori che hanno già scartato questa opzione, e puntano a restare nelle loro aziende quanto più tempo possibile.
Questo discorso però non riguarda tutti coloro che sono considerati inabili al lavoro, e che hanno a disposizione diversi strumenti forniti dall’Inps, per poter andare in pensione, potendo contare su sostegni economici che risultano complementari all’assegno di invalidità.
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