Una sentenza della Cassazione ha nei fatti modificando la legge sulla residenza. Vediamo insieme cosa cambia.
Come funzioneranno i nuovi controlli sull’Isee adesso che il governo ha deciso di apportare alcune modifiche alla legge sulla residenza? Questo è quello che ci proponiamo di chiarificare con questo articolo.
La prima cosa da capire, è che per lo stato italiano, la residenza è il luogo che il contribuente deve dichiarare come dimora abituale. Dichiararla è un obbligo di legge, anche perché senza una residenza anagrafica, e la conseguente iscrizione al registro del comune, non si può avere accesso a tantissimi servizi normalmente destinati ai cittadini.
Negli anni, in virtù anche di tante nuove agevolazioni concesse dal governo, in particolar modo dopo la pandemia, diversi cittadini hanno tentato di truffare lo stato indicando delle false residenze o perché volevano accedere a dei benefici in altri comuni, oppure per evitare il pagamento di determinate tasse.
Una situazione che ha portato il governo negli ultimi anni a intensificare i controlli. Ma come mai è stata modificata di recente la legge sulla residenza? Nasce tutto da una sentenza della Cassazione che ha stabilito un principio molto importante. Spetta ai Comuni, e non al governo o alla regione, effettuare i controlli per accertare la veridicità delle informazioni fornite dai cittadini circa la loro residenza.
Il comune in tal senso può riservarsi di fare questi controlli anche a sorpresa, e dunque senza avvertire prima il contribuente. Ai cittadini naturalmente viene però concessa la possibilità di poter comunicare eventuali giorni o orari in cui per cause di forza maggiore non possono essere presenti nella loro abitazione.
Con queste modifiche, è evidente come i controlli si faranno molto più severi. Ma perchè dovrebbero andare a incidere così tanto sulla dichiarazione Isee?
Sono tanti i bonus e le agevolazioni che il governo non concede alla singola persona, ma al nucleo familiare di cui fa parte. E la residenza costituisce un requisito fondamentale, in primo luogo in quanto quando uno dei componenti cambia residenza anagrafica, indicando un luogo diverso da quello in cui risiede la sua famiglia, l’Isee si abbassa.
E negli anni, è capitato dunque che proprio per avere un Isee più basso e accedere a dei benefici economici stanziati dallo stato, molti cambiassero residenza solo per finta, allo scopo di favorire il proprio nucleo familiare e ottenere delle agevolazioni. Una pratica, ma questo è solo un esempio tra i tanti che adesso sarà molto più difficile da portare avanti, in quanto i controlli, che partiranno adesso direttamente dal Comune, saranno inevitabilmente più accurati e mirati.
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