I fondi comuni di investimento sono uno strumento finanziario scelto ogni anno da migliaia di italiani.
Quando nel mondo finanziario si fa parla di fondi comuni di investimento, si intende con questa espressione uno strumento attraverso cui alcuni soggetti decidono di investire insieme un capitale nella stessa società, acquistando titoli, obbligazioni, azioni, e tutte le opportunità che può offrire loro il mercato finanziario.
Parliamo dunque di una società di gestione del risparmio, attraverso cui i soci effettuano delle scelte comuni di investimento. L’obiettivo è quello di unire le forze economiche per raggiungere maggiori profitti mediante strategie e investimenti condivisi. Sono le società di risparmio gestito, le SGR, ad occuparsi di questi fondi, che in alcuni casi possono anche comprendere delle unità immobiliari.
Oltre a questa forma tradizionale, ne esiste anche un’altra. I fondi comuni di investimenti possono infatti essere gestiti anche dalle società a capitale variabile, sicav, o a capitale fisso, sicaf. Ci sono però delle differenze fondamentali tra queste tre sigle. Il fondo comune tradizionale, gestito dalle SGR, si limita a detenere e investire il patrimonio versato dai vari partecipanti a questa iniziativa finanziaria.
Diverso è invece il discorso per sicav e sicaf che vanno intese come delle vere e proprie società, in cui non parliamo più di sottoscrittori ma di soci. Sono tante le persone che decidono di avvalersi ogni anno di questo strumento finanziario, in primo luogo per avere la sicurezza di vedere gestiti e investiti i propri risparmi da consulenti esperti nel settore. Inoltre, le somme detenute in questo fondo, da un punto di vista giuridico vengono distinte e separate dal patrimonio dichiarato dalla società di gestione.
Un dettaglio non da poco, in quanto, così facendo, si evita il rischio che eventuali creditori possano attaccare direttamente la società e i sottoscrittori incolpevoli. Queste società, a prescindere che si tratti di una delle tre sigle sopra elencate, vengono costantemente analizzate e monitorate dalle autorità competenti.
In questo caso si sta facendo riferimento sia ad enti pubblici, come la Consob o Bankitalia, che a enti privati quali possono essere le società di revisione dei conti o le banche depositarie.
Uno degli svantaggi dei fondi comuni è però quello di non poter garantire in alcun modo ai sottoscrittori dei rendimenti nel tempo, o la garanzia di non esprimere il proprio capitale. I fondi comuni di investimento possono essere di due tipi, aperti o chiusi. Nel primo caso, quando parliamo di fondi aperti, ci riferiamo a società in cui è possibile sottoscrivere nuove quote in qualsiasi momento, investendo in imprese e attività già quotate in borsa.
Discorso diverso per i fondi chiusi, a cui è possibile aderire soltanto entro una ben precisa finestra temporale, che deve chiudersi prima dell’inizio dell’attività di investimento. E nella maggior parte dei casi, non si può ritirare il proprio capitale prima del tempo ma soltanto alla scadenza dei contratti sottoscritti.
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