Il governatore di Bankitalia è convinto che bisogna innalzare l’età richiesta per andare in pensione.
L’età pensionabile va aumentata? Secondo Bankitalia si, è arrivato il momento di iniziare a ragionare sull’aumento dei requisiti anagrafici per l’accesso alla prestazioni pensionistiche.
Dichiarazioni che hanno fin da subito innescato la polemica, anche perché, a partire dalla riforma Fornero in poi, il tema delle pensioni è diventato uno dei più sensibili da trattare con l’opinione pubblica.
A lanciare questo appello, è stato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, durante un suo intervento all’inaugurazione di un workshop dedicato al mondo del lavoro. L’uomo ha giustificato questa sue affermazione sulla base alcune considerazioni considerazioni. La prima è che bisogna prendere atto che non è vero che in Italia si entra in pensione con un’età più avanzata che negli altri.
O meglio spiega Visco, da un lato è effettivamente così, ed esistono pochissime altre nazioni in Europa in cui il criterio anagrafico di accesso è fissato a 67 anni di età. Dall’altro non bisogna però secondo il governatore dimenticare come tutti gli scivoli pensionistici promossi dal governo in questi anni, hanno nei fatti reso possibile l’accesso alla pensione di vecchiaia molto prima del compimento dei 67 anni richiesti.
E su questo, Visco cita e fa sua, una recente rilevazione fatta dalla Corte dei Conti nel 2022, che ha identificato l’attuale età media di chi va in pensione a 61,4 anni di età.
A questo va aggiunto un continuo allungamento della vita media di cittadini, che pone inevitabilmente una riflessione sul fatto che in questo stato di benessere in cui vive il nostro paese, risulta ormai possibile mantenersi in forma e lavorare anche in età particolarmente avanzate.
Certo, qualcosa non quadra nel ragionamento portato avanti dal governatore di Bankitalia, che concede forse troppa fiducia al dato pubblicato dalla Corte dei Conti. Oggi per andare in pensione prima, bisogna rinunciare a un parte, spesso rilevante, dei soldi a cui si avrebbe diritto e dunque non si può parlare del prepensionamento come di una scelta realmente conveniente.
Oltre a questo c’è anche un altro fatto che Bankitalia sembra dimenticare, e si tratta di una norma introdotta dalla legge Fornero, e che stabilisce come la politica italiane debba rivedere ogni due anni, i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia, analizzando l’aspettativa di vita media nel nostro paese. E infatti, se oggi il requisito anagrafico è pari a 67 anni di età, e non 66, è proprio perché negli ultimi dieci anni a causa della norma Fornero, vi è stato un ulteriore allungamento dell’età richiesta.
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