Gli ultimi due trimestri hanno fatto registrare in Germania una lieve flessione del Pil. Se il trend non viene invertito, anche l’Italia rischia. Ecco perché.
Gli ultimi due trimestri economici di quella che fino a qualche anno fa era conosciuta come la locomotiva d’Europa, hanno confermato un trend ormai visibile da qualche mese. La Germania sta entrando in recessione economica, anche se questa flessione naturalmente, riguarda un po tutto il vecchio continente, duramente provato sia dalle conseguenze della pandemia, che da quella scaturite con lo scoppio della guerra in Ucraina.
Per il momento, la nazione tedesca ha registrato delle contrazioni minime nel suo Prodotto Interno Lordo. Ma il segnale è chiaro: per la prima volta la Germania si ritrova a fare i conti con un trend molto negativo, e che purtroppo sembra soltanto all’inizio. Non bisogna infatti dimenticare che parliamo di una delle nazioni che in Europa esporta di più, e che negli ultimi decenni ha basato la sua forza economica proprio su questo surplus commerciale ottenuto commerciando con l’esterno.
Ed è per questa che la contrazione del Pil tedesco rischia di danneggiare l’intera Unione Europea. Certo, a partire dal 2019 l’influenza sia economica che politica della Germania in Europa è leggermente calata, ma il suo peso economico e finanziario resta ancora fortissimo.
Le conseguenze per l’Italia, di una recessione tedesca che avanza, possono essere purtroppo drammatiche. In un’economia globale sempre più interconnessa, il crollo della locomotiva d’Europa, rischia di presentare per il nostro paese un conto molto salato già verso la fine dell’anno. Basti solo pensare a tante grandi aziende del nostro prima, che vivono anche delle commesse affidate dalle grandi imprese tedesche.
Se questa crisi economica continuasse, potremmo assistere a dei crolli improvvisi che finirebbero per impoverire anche le nostre aziende. Facciamo un esempio pratico che può permetterci di comprendere l’interconnessione economica che sussiste tra la nostra nazione e quella tedesca.
Il settore automobilistico in Germania rappresenta circa un quinto dell’intera economia del paese. Una ricchezza a cui è difficile rinunciare di colpo, ed è per questa che la Germania sta affrontando con riluttanza la tanto auspicata transizione ecologica promossa dall’Unione Europea.
L’industria italiana ha un ruolo fondamentale nel foraggiare il settore automobilistico tedesco. Ogni anno infatti, il nostro paese fornisce oltre quattro miliardi di componenti industriale per la realizzazione delle vetture. Se questi ordini iniziano a calare nel tempo, il contraccolpo per il nostro Pil rischia purtroppo di essere molto grande.
La speranza dunque è che si possa invertire la tendenza nella nazione già il prossimo anno, facendo restare la flessione registrata in questi due trimestri, una semplice parentesi. I prossimi due trimestri saranno dunque fondamentali per capire in che direzione sta andando l’industria tedesca.
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