A partire dal mese di Luglio alcune categorie di pensionati vedranno aumentare il loro assegno mensile.
Il mese di luglio può rivelarsi molto ricco per alcune categorie di pensionati che vedranno l’importo mensile del loro assegno pensionistico aumentare.
Si tratta degli incrementi già previsti dallo stato per tutti i trattamenti minimi previdenziali, e per tutti coloro che hanno maturato il diritto a percepire la quattordicesima. Per quanto invece riguarda gli aumenti sull’assegno pensionistico, questi sono dovuti alla rivalutazione che viene fatta ogni anno per adeguare il trattamento economico al costo attuale della vita e dell’inflazione.
Al momento, la legge prevede che l’importo minimo di un assegno pensionistico sia pari a 563,74 euro. Tutti coloro che percepiscono questa somma, hanno automaticamente diritto sia alla rivalutazione mentre questa disposizione non si applica invece a chi già percepisce cifre maggiori sull’assegno.
Gli aumenti possono arrivare fino ad un massimo di 8,46 euro mensili. E questo significa che, chi ad esempio percepisce il trattamento minimo previdenziale di 563,74 euro, vedrà questa quota aumentare fino ad un massimo di 572,74 euro.
Ulteriori maggiorazioni sono poi previste per chi ha un’età superiore ai 75 anni. Per questa categoria infatti, gli incrementi sull’assegno mensile possono arrivare fino a 599,82 euro.
Per il mese di luglio, il massimo della cifra che si può ottenere per chi ha diritto a queste speciali maggiorazioni è di 922, 17 euro. Questa è la somma a cui può avere diritto un over 75, che ha maturato almeno 25 anni di contribuzione lavorativa, e che percepisce la somma minima prevista dalla legge.
In questo dunque, l’aumento sull’assegno risulta molto consistente: sarà infatti pari a 267,17 euro in più, a cui vanno aggiunti 655 euro, che è la quota a cui si ha diritto per la quattordicesima. Ma chi ha diritto alla quattordicesima tra i pensionati?
La legge stabilisce che possono ottenerla tutti i pensionati iscritti regolarmente all’Inps, che hanno almeno 64 anni di età. E questo significa che non sono invece comprese le categorie che hanno un’età anagrafica minore, e che hanno dunque scelto di andare prima in pensione, utilizzando i vari scivoli pensionistici varati dal governo in questi anni dopo la riforma Fornero.
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